Festival delle Nazioni - UmbriaApp
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45ma Edizione Festival delle Nazioni - Omaggio all'Ungheria
Città di Castello 25 Agosto / 7 Settembre 2012
45 anni di grandi concerti
Nato nel 1968 a Città di Castello, il Festival delle Nazioni fin dagli esordi ha assunto un’identità di grande respiro, perché ha scelto di inserire un territorio di frontiera tra l’Umbria, la Toscana, le Marche e la Romagna, nell’ampio contesto europeo.
Il Festival in questi quarantacinque anni ha ospitato musicisti, complessi sinfonici e da camera, solisti che hanno segnato la storia della cultura musicale italiana ed europea.
L’elenco degli artisti è sterminato. Meritano una citazione il Quartetto Italiano, che per due anni, dal 1978 al 1979, prima della morte del violinista Borciani, dette a Città di Castello concerti memorabili; oppure il Quartetto Amadeus che concluse al Festival delle Nazioni la sua pluridecennale esperienza artistica. Difficile non ricordare il concerto del 1977, all’oratorio di San Crescentino a Morra restaurato per volontà e contributo di Alberto Burri, nel quale Sandor Vegh eseguì le tre Partite per violino di Bach davanti alla Flagellazione del Signorelli. Oppure, in anni recenti, la proiezione in diretta, nella piazza principale di Città di Castello, del concerto di Mischa Maisky. E poi ancora i concerti di Uto Ughi, Salvatore Accardo, il recital di Luciano Pavarotti e più recentemente Uri Caine, Krystian Zimerman, la Mahler Chamber Orchestra. Ma il Festival delle Nazioni ha dato un importante contributo anche alla diffusione del linguaggio musicale del ‘900: grandi compositori contemporanei, a cominciare da Salvatore Sciarrino, hanno prodotto opere prime per il Festival, dimostrando che è possibile e fruttuoso collegare la tradizione e le espressioni più avanzate e innovative della musica.
Città di Castello 25 Agosto / 7 Settembre 2012
45 anni di grandi concerti
Nato nel 1968 a Città di Castello, il Festival delle Nazioni fin dagli esordi ha assunto un’identità di grande respiro, perché ha scelto di inserire un territorio di frontiera tra l’Umbria, la Toscana, le Marche e la Romagna, nell’ampio contesto europeo.
Il Festival in questi quarantacinque anni ha ospitato musicisti, complessi sinfonici e da camera, solisti che hanno segnato la storia della cultura musicale italiana ed europea.
L’elenco degli artisti è sterminato. Meritano una citazione il Quartetto Italiano, che per due anni, dal 1978 al 1979, prima della morte del violinista Borciani, dette a Città di Castello concerti memorabili; oppure il Quartetto Amadeus che concluse al Festival delle Nazioni la sua pluridecennale esperienza artistica. Difficile non ricordare il concerto del 1977, all’oratorio di San Crescentino a Morra restaurato per volontà e contributo di Alberto Burri, nel quale Sandor Vegh eseguì le tre Partite per violino di Bach davanti alla Flagellazione del Signorelli. Oppure, in anni recenti, la proiezione in diretta, nella piazza principale di Città di Castello, del concerto di Mischa Maisky. E poi ancora i concerti di Uto Ughi, Salvatore Accardo, il recital di Luciano Pavarotti e più recentemente Uri Caine, Krystian Zimerman, la Mahler Chamber Orchestra. Ma il Festival delle Nazioni ha dato un importante contributo anche alla diffusione del linguaggio musicale del ‘900: grandi compositori contemporanei, a cominciare da Salvatore Sciarrino, hanno prodotto opere prime per il Festival, dimostrando che è possibile e fruttuoso collegare la tradizione e le espressioni più avanzate e innovative della musica.
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